errori
stava seduto lì, su un divano color cremisi, foderato di cellophane per evitare che si macchiasse...le dita avevano un moto continuo, come se battessero i tasti di una macchina da scrivere invisibile...era un cosa che non facevano più da troppo tempo...davanti agli occhi, un corpo...aspettava silenziosamente che il medico ne decretasse la morte...le sigarette spente nel portacenere superavano di gran lunga il numero di stelle in cielo, e lui sapeva che non doveva fumare, non doveva...l'odore denso della stanza si insinuava tra le narici delle due persone che ancora potevano sentirlo...il morto sussultò...il medico arrestò la sua ispezione e lentamente cercò lo sguardo dell'uomo sul divano, ma i suoi occhi non riuscirono a incrociare le pupille dell'altro...gli occhi verdi dell'uomo sul divano si spostavano alternamente dal morto a un enorme orologio a pendolo che scandiva in modo irregolare il passare dei secondi...tic...tac tic...tac tic...sembrava che il tempo zoppicasse...il medico riprese a visitare il morto...fuori dalla finestra, una sottile nebbia abbracciava l'appartamento dove si stava svolgendo questa scena...quella strada, di solito così rumorosa e indaffarata, sembrava aver arrestato il suo frenetico scorrere tipico delle vie centrali di città...una luce opaca penetrava tra le imposte accostate, perciò alcune candele erano state accese per dare più luminosità a quell'ambiente...non bastavano...alcune parti della camera restavano immerse nell'oscurità...sul muro grigio, dove erano rimasti solo i segni dei quadri attaccati un tempo, danzava l'ombra del medico, che continuava ad affannarsi intorno al corpo freddo del morto...il morto sussultò
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